Dior handbags scandal: brand changes production strategy

Dior ha annunciato in questi giorni l’inaugurazione di una nuova divisione industriale che verticalizzi la sua struttura produttiva interna in seguito allo scandalo delle borse, quando le autorità italiane scoprirono che alcune delle sue borse venivano prodotte in sweatshop illegali a cui era stata affidata la produzione in una serie di poco limpidi appalti. La nuova divisione dovrebbe occuparsi di un controllo più rigoroso della filiera e di impegnarsi per garantire la continuità del suo know-how artigianale. Il danno alla reputazione del brand, quando all’inizio del 2023, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aprì un’indagine su aziende collegate al brand che avevano appaltato a sweatshop illegali la produzione di borse poi rivendute con mark-up stellari, è stato notevole. Non sappiamo quanto abbia effettivamente inciso sulle vendite del brand, specialmente in questo periodo di crisi generalizzata,  ma la notizia ha avuto una forte risonanza nella stampa di settore che si è dimostrata più colpita fuori dall’Italia che al suo interno. È probabile che la vicenda abbia accelerato l’impegno di Dior verso l’internalizzazione della produzione, con l’obiettivo di tutelare non solo l’immagine del marchio, ma anche i lavoratori coinvolti nei processi produttivi.  

Il nuovo dipartimento industriale avrà il compito di rafforzare la capacità produttiva di Dior nel lungo periodo, supervisionare ogni fase della realizzazione dei suoi prodotti, dal design alla distribuzione e garantire condizioni di lavoro ottimali per tutti coloro che contribuiscono alla creazione dei prodotti Dior. L’obiettivo non è solo aumentare l’efficienza, ma anche preservare l’artigianato di alta qualità ed evitare spiacevoli scandali causati non direttamente dal brand ma da una policy che molti rami produttivi dei brand adottano che consiste nell’appalto e subappalto della produzione ad aziende terze nei confronti delle quali i controlli non sono spesso rigorosi. Per guidare questa nuova iniziativa, Dior ha nominato Giorgio Striano come Chief Industrial Officer. Dal 2 gennaio, Striano sarà responsabile di tutte le attività industriali e riferirà direttamente a Delphine Arnault, presidente e CEO del brand oltre che figlia di Bernard Arnault. Con un’esperienza pluriennale come Chief Operating Officer di EssilorLuxottica e Luxottica, Striano porta con sé una vasta competenza nella gestione di operazioni industriali su scala globale. Un altro acquisto chiave è Nicolas Carré, che sarà direttore industriale per pelletteria, calzature e gioielli e che viene da due decenni di esperienza in Louis Vuitton. 

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